La vendita di copie pirata favorisce il mercato degli originali

di Marco Scialdone

“In ogni caso, invertendo l’argomentazione giuridica, è concepibile che un cliente, dopo aver sentito o visto la copia pirata, possa decidere di acquistare gli originali … in modo che la vendita di copie pirata, lungi dal nuocere, favorisca il mercato delle riproduzioni originali”.
Chi lo ha scritto? Un esponente del Partito Pirata? Un arruffapopolo, dedito a sbornie di demagogia?
No, è stato messo nero su bianco in una sentenza pronunciata da un giudice spagnolo all’esito di un procedimento penale che vedeva come imputati dei venditori di cd/dvd “pirata”.
La sentenza evoca alla mente un precedente italiano del 2001 (la nota “sentenza anticopyright” dell’allora giudice, Gennaro Francione) in cui era possibile leggere “Anche sul campo della concreta offensività la New economy ha dimostrato come addirittura la diffusione gratuita delle opere artistiche acceleri paradossalmente la vendita anche degli altri prodotti smistati nei canali ufficiali, e se ciò vale nello spazio virtuale di Internet deve valere anche nello spazio materiale con vendita massiccia di prodotti-copia che alimentano l’immagine e la vendita dello stesso prodotto smistato in via “legale”.
Nella sentenza spagnola, in particolare, si è negato qualsivoglia risarcimento sulla base del presupposto dell’assenza del danno. L’ acquisto del materiale pirata sarebbe, infatti, espressione inequivocabile della volontà di non acquistare il prodotto originale ( “i clienti di musica e film pirata, quando effettuano l’acquisto, esternano la loro decisione di non voler acquistare musica e film originali, cosicchè non vi è alcuna perdita. Detto in altre parole, questi acquirenti o comprano al prezzo basso del supporto pirata o non comprano affatto”).

One Comment

  • ilministro ha detto:

    Sono quasi totalmente d’accordo.
    L’unica differenza, che secondo me è non da poco, è che chi compra copie materiali favorisce l’arricchimento (si fa per dire) dei “pirati”, invece scaricare da Internet, soprattutto via P2P, non fa lucrare direttamente nessuno. Quindi ben venga, a mia opinione, una regolamentazione per la diffusione gratuita di materiale protetto da copyright in Rete, cosa che, in base a quanto ho detto prima, risulterebbe invece illecita se fatta “sulle bancarelle”.

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