E-Justice: rotta verso l’online dispute resolution
di Federica Bertoni (Consulente Legale ICT e Conciliatore CCIAA Brescia)
Si chiama E-justice ed è l’ultima frontiera dell’ODR. Approdato a luglio su Second Life, l’ E-justice Center nasce come progetto sperimentale in materia di On Line Dispute Resolution. L’idea muove dall’iniziativa di un illuminato Ministero della Giustizia portoghese, che, col supporto della Facoltà di Giurisprudenza dell’ Università Nuova di Lisbona e del Dipartimento della Comunicazione e dell’Arte dell’Università di Aveiro (1), ha saputo cogliere nelle nuove istanze commerciali dei residenti di SL, l’occasione per testare l’utilizzo on line dell’ arbitrato e della conciliazione, ovvero dei c.d metodi di risoluzione alternativa delle controversie.
Il Centro è diretto da Mariana Franca Gouveia (2), il cui avatar è Mariana Hastings e Filipe Alfaiate (3), aka Aequi John. Jorge Morais Carvalho (4), alias Prometeus Rives ne è il Segretario.
Come si può apprendere dal cartello esposto alle spalle della reception, il centro amministra servizi di conciliazione e arbitrato per tutti i residenti di Second Life, non solo per la risoluzione di controversie commerciali, ma anche per la composizione di conflitti di altra natura, purché scaturenti da un rapporto contrattualmente valido. Tutti gli incontri sono gestiti dal Laboratorio di Adr della Facoltà di Legge della Nuova Università di Lisbona, E-justice poggia su un proprio regolamento, consultabile presso la reception del centro e reperibile anche sul sito di presentazione dello stesso (5).
In generale, è previsto che qualsiasi residente di Second Life coinvolto in una controversia con un altro residente, in relazione a un contratto stipulato su SL, può servirsi del servizio di Conciliazione e Arbitrato offerti dal Centro per risolvere la propria vertenza.
Così come avviene presso gli sportelli dei Servizi di Conciliazione e Arbitrato nelle nostre Camere di Commercio, il procedimento prende avvìo con la sottoscrizione di un modulo, in cui si richiede di voler risolvere in via alternativa la propria controversia. La domanda è quindi notificata all’altra parte, che, conformemente a uno dei caratteri tipici della conciliazione, cioè la volontarietà, potrà scegliere se accettare o non accettare di comporre la disputa attraverso i servizi offerti dal centro.
Se d’accordo, le parti, prima di essere raggiunte dalla notifica che le invita a presentarsi al centro per la seduta di conciliazione, devono versare, per l’utilizzo del servizio, i diritti di segreteria pari all’1% del valore della controversia, oltre a una somma, che a seconda dei casi, può arrivare fino al 5% del valore della controversia, a garanzia che esse accetteranno l’accordo raggiunto in sede di conciliazione o la decisione emessa in seguito alla procedura arbitrale.
Come si sa, la conciliazione è una procedura informale e flessibile dove un soggetto terzo, neutrale e indipendente – il conciliatore – aiuta le parti a raggiungere un accordo per risolvere una controversia. Se durante l’incontro presso l’E-justice center, si riesce effettivamente a pervire a un accordo, la procedura termina; in caso contrario, ha inizio la fase arbitrale.
L’arbitrato è devoluto a uno o tre arbitri, ai quali è attribuito il potere di decidere sulla controversia. Tale potere si estrinseca nell’emissione di una decisione finale, che, nel nostro ordinamento è rappresentata dal lodo o sentenza arbitrale.
In ogni caso, se una delle parti non si attiene alla decisione dell’E-justice center o non rispetta l’accordo raggiunto in conciliazione, il denaro depositato dalla parte inadempiente è versato all’altra.
Un esperimento, dunque, innovativo e che fa ben sperare, dal momento che le disfunzioni croniche dei degli organi di giustizia ordinaria indeboliscono giorno dopo giorno l’economia e la società di molti Paesi. È chiaro come la promozione del ricorso a forme di risoluzione extragiudiziale delle controversie, in un mercato sempre più globalizzato e che corre sulle autostrade telematiche, assurga ormai a importanza vitale.
A tal proposito, il 17 dicembre u.s. sono iniziati a Bruxelles i lavori del “CEN/ISSS Workshop Stand ODR”, proposto da Unioncamere Toscana, supportato da Eurochambres, dal CMAP (Centre de Médiation et arbitrage del Paris) e da ECC-net Kehl.
Il Workshop “Standardization of On-line Dispute Resolution tools” si propone di delineare in maniera chiara e semplice un quadro sulle procedure ODR all’interno della cornice europea, approntandolo su una tassonomia e su dei modelli decisionali comuni.
I lavori si concluderanno con la messa a punto di un CEN Workshop Agreement (CWA), contenente un’analisi dei vari sistemi ODR esistenti in Europa, accompagnata dalla valutazione di quali possano essere ritenuti i migliori, nonché da riflessioni sull’eventuale possibilità di standardizzare ed, eventualemnete, omogeneizzarne l’ utilizzo, non solo a livello linguistico ma anche in vista di un’interazione tecnologico-informatica, che possa colmare le attuali lacune d’ interoperabilità di tali sistemi.
Gli esiti del Workshop, che avrà una durata di circa un anno, saranno riassunti in un documento finale, il CEN Workshop Agreement (CWA) che sarà presentato agli appositi servizi della Commissione europea, come suggerimento e proposta per una valorizzazione e semplificazione di utilizzo di questo fondamentale strumento extra-giudiziale impiegato tramite Internet..
Non ci resta dunque che attendere e, nel frattempo, farci teletrasportare su Second life, dove nuove relazioni, diritti, obblighi e nuove forme di tutela sono già realtà.
Note
(1) Il Dipartimento della Comunicazione e dell’Arte dell’Università di Aveiro ha disegnato e superbamente curato la realizzazione grafica dell’edificio in 3D ospitante l’E-justice center. La grafica è ispirata alla celebre Torre di Belèm, di cui L’E-Justice Center rappresenta una versione futuristica.
(2) Mariana França Gouveia is Professor at Faculdade Direito Universidade Nova Lisboa and at Instituto Superior de Ciências Policiais e Segurança Interna. Mariana has a B.S. in Law (Faculdade Direito Universidade Lisboa) and a PhD in Procedural Law (Faculdade Direito Universidade Nova Lisboa), with a tesis entitled «A Causa de Pedir na Acção Declarativa». Actually Mariana teaches Civil Procedure and Alternative Dispute Resolution at Faculdade de Direito Universidade Nova de Lisboa and Introduction to Law at Instituto Superior de Ciências Policiais e Segurança Interna. Mariana is also a member of the Alternative Dispute Resolution Laboratory and consultant at a lawyer firm.
(3) Filipe Alfaiate is a member of the Clifford Chance International Commercial Arbitration Group based in the London. He is a Portuguese lawyer and a registered foreign lawyer with the Law Society of England and Wales. Filipe holds a degree in law, graduating with honours from the University of Lisbon, Portugal and a Masters of Law (International Arbitration and International Investment) from King’s College, London. He is a founding member of the Portuguese Arbitration Association and a member of the Brazilian Arbitration Committee, the Spanish Arbitration Club, the Young Arbitration Group of the London Court of International Arbitration and the Young Practitioners Group of the “Association Suisse de L’Arbitrage”. Filipe has been heavily involved in the development of international arbitration in the Lusophone countries: he was appointed advisor for Arbitration and Investment Protection matters of the Lusophone Community and advised the World Bank on the same.
(4) Jorge Morais Carvalho is currently attending the PhD programme of the School of Law of the Universidade Nova de Lisboa. Legal adviser to the Mediation and Consumer Disputes Unit (Unidade de Mediação e Acompanhamento de Conflitos de Consumo – UMAC) since 2003, an office for the mediation of consumer conflicts jointly created by the Institute for the Consumer (Instituto do Consumidor, a public entity) and the School of Law of the Universidade Nova de Lisboa, Jorge was also a part of the team of mediators of UMAC from 2001 to 2002.Actually Jorge also teaches at the University.
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