La tutela giuridica degli User Generated Content: il mio nuovo libro
“La tutela giuridica degli User Generated Content” : da qualche giorno è disponibile sul sito di self publishing “Il mio libro” (e, a partire dai prossimi giorni, sugli store online e fisici di IBS e Feltrinelli e, entro metà settembre, su Amazon) il volume che ho scritto dando organicità ad un serie di riflessioni e appunti presi negli ultimi anni sul modo in cui la digitalizzazione delle opere creative ha profondamente alterato il rapporto tra le stesse e gli utenti/consumatori.
Come anni fa mi disse un imprenditore californiano, con un gioco di parole che rende solo in lingua inglese, le persone non vogliono più “play it” ma “play with it”: in altri termini, vogliono interagire con l’opera protetta dal diritto d’autore e non limitarsi a fruirne.
Il saggio si articola in quattro capitoli: il primo è dedicato all’analisi sociale e culturale del fenomeno dei contenuti generati dagli utenti, cerando in primo luogo di giungere a una loro compiuta definizione così da circoscrivere l’ambito della ricerca.
Il secondo capitolo è dedicato all’analisi della normativa comunitaria e nazionale in materia di opere derivate e di eccezioni e limitazioni alle privative autoriali: in particolare, ci si è domandati se l’attuale impianto normativo sia idoneo a salvaguardare la legalità dei contenuti generati dagli utenti e, eventualmente, se sia in grado di agevolare ulteriori condotte creative.
Ci si è, altresì, posti l’interrogativo, de iure condendo, sull’opportunità di una revisione della disciplina delle opere derivate tale da garantire maggiormente la creatività “secondaria” nel mutato contesto tecnologico.
Il terzo capitolo prende in considerazione, da un lato, l’ordinamento statunitense soffermandosi in particolare sulla clausola contenuta nella section 107 del Copyright Act nota come “fair use”, e dall’altro, l’ordinamento canadese con riferimento alla c.d. UGC exception introdotta dal Copyright Modernization Act del 2012 che ha aggiornato il Copyright Act del 1997. Le disposizioni succitate sono state analizzate dal punto di vista delle elaborazioni creative abilitate dalle tecnologie informatiche al fine di verificare se e in quale misura abbiano saputo costituire valido strumento giuridico per la tutela delle nuove forme di espressività.
Il quarto capitolo, infine, indaga gli scenari futuri, per comprendere come sia possibile incrementare la creatività e l’innovazione, mantenendo al contempo un’adeguata tutela dello sforzo creativo.
Sono state analizzate le best practise rappresentate dalle c.d. licenze libere del mondo del software open source e dalle licenze creative commons per ciò che concerne le opere dell’ingegno tradizionali.
Si è dato conto, altresì, dello sforzo compiuto da importanti multinazionali dell’industria videoludica nell’adozione di licenze che consentono maggiori libertà creative agli utenti, nella consapevolezza che tale approccio determina una maggiore propensione al consumo.
Ulteriore tematica trattata è stata quella della ridefinizione del concetto di pubblico dominio, allargandone i confini e ricomprendendovi quelle opere che, pur essendo ancora “under copyright”, siano liberamente riproducibili e riutilizzabili da terzi in forza di uno specifico accordo di licenza alle stesse associate.
Scopo del saggio è dimostrare che la tutela giuridica degli User Generated Content costituisce il punto di caduta della più ampia riflessione, da tempo in corso, su quale collocazione il copyright/diritto d’autore debba avere nel contesto digitale e se esso costituisca ancora lo strumento più appropriato per soddisfare le necessità degli autori e della società tutta, in considerazione dei cambiamenti che la tecnologia ha ingenerato nei meccanismi di creazione e distribuzione delle opere.